Tuesday, 19 November 2013

SKYSCRAPER AND MY PHILOSOPHY

Sezione ipotetica di un grattacielo

I grattacieli mi hanno sempre affascinato. Questo non vuol dire che approvo la loro realizzazione ovunque, ma apprezzo come caratterizzano lo skyline di molte città soprattutto estere.

Possono essere considerati una soluzione all'aumento della popolazione, per evitare lo sfruttamento di ulteriore suolo. Inoltre, permettono di ripristinare la relazione tra città e natura con la vista dall'alto degli orizzonti verdi o delle montagne che circondano numerose città, cosa che altrimenti non sarebbe possibile.   
Le origini del grattacielo risalgono alla fine ottocento e inizio novecento, trovano ampia diffusione nel continente americano: l’ondata di rapido sviluppo portata dalla rivoluzione industriale, l'avvento di nuovi materiali quali l'acciaio consentirono la realizzazione di edifici sempre più alti. L’invenzione dell’ascensore fu determinante e rivoluzionario per lo sviluppo di questo tipo di architettura i cui primi modelli erano dotati di stili ben specifici e quindi “caratteristici”, basti pensare alla Manhattan di inizio secolo che presenta i primi grattacieli in stile Neogotico, espressione appartenente all'eclettismo allora dominante anche per l’edilizia comune. Nel corso del novecento tale tipologia conosce un veloce e progressivo sviluppo passando per il Postmoderno con il quale nonostante giudizi negativi da  una parte di architetti e dalla critica (anche se ormai superata) mantengono una propria qualità e determinate connotazioni formali. Quello che si può conformare come modello contemporaneo nasce dalla entrata in crisi del Postmoderno e quindi dalla perdita di certe caratteristiche che da sempre avevano caratterizzato la progettazione di tali architetture: il grattacielo contemporaneo è un entità non più tipica. Oggi a questa tipologia  è riconducibile la perdita d’identità, riferita non soltanto all'edificio, ma diviene un “problema” esteso alle stesse città. L'architettura internazionale rende questi edifici a livello formale fini a stessi e collocabili in qualunque centro urbano. Questo aspetto rende difficile la relazione tra il contesto storico esistente e i nuovi edifici verticali, che più delle volte non si integrano e si alienano da tutto il resto. Sono due gli aspetti che stanno a comando di queste grandi opere: l'aspetto finanziario del quale la qualità architettonica è succube e “giustamente” l’aspetto ingegneristico.

Uno degli aspetti più affascinanti di questi edifici sono le funzioni che possono ospitare al loro interno. La nascita del grattacielo porta con sé il distacco tra interno ed esterno; ovvero la dislocazione spaziale interna non è più leggibile dall'esterno, in facciata.

Trovo la progettazione di questa tipologia di edifici molto stimolante.
Sopra ho disegnato una sezione di un ipotetico grattacielo. Ho pensato ad un nucleo centrale in cls armato dove sono presenti i vani scala e ascensori.
Le funzioni sono molteplici: uffici, sale polifunzionali, teatri, centri commerciali, negozi, biblioteche e delle residenze, insomma una vera e propria città verticale.  Sotto sono riportati alcuni schizzi di grattacieli che realizzai quando avevo 14 anni. All'epoca l'architettura, il contesto e la storia del costruito mi erano sconosciuti, per cui pensavo ai grattacieli come ad opere scultore/oggetti fini a se stesse. Purtroppo il metodo di agire da “ragazzino” è lo stesso modo di progettare e costruire odierno di alcuni finanziatori che hanno in mano questo tipo di mercato. 
Il mondo è bello perché diverso, sia culturalmente che architettonicamente. La spiritualità e la cultura di un popolo dovrebbe condizionare l'architettura locale. La propria identità è un valore. La mancanza di identità degli edifici è direttamente legato ad una crisi sociale, dove le persone difficilmente si identificano in qualcosa. E' il benessere economico a fare disastro nell'architettura sia in generale che in quella dei grattacieli, benessere a cui a volte non corrisponde un'adeguata conoscenza culturale, un mondo ridotto ad apparenza: " cose che non si sa cosa vogliono dire".

(Scritto in collaborazione con Simone Brolis)

Schizzi grattacieli che realizzai a 14 anni

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